Pinacoteca Carlo Levi

Pinacoteca Levi

Pinacoteca Levi
22 tele e un prezioso manoscritto

“L’aria è di nuovo azzurra e potrò mettermi a dipingere”

Una pennellata materica, ondosa, avvolgente: è il linguaggio pittorico di Carlo Levi, le cui opere sono esposte nel secentesco Palazzo Morteo, situato tra le luci dei negozi del Budello di Alassio. La piccola e preziosa pinacoteca accoglie ventidue tele, oltre a teche con lettere, appunti e ricordi personali dell’artista torinese, che scelse Alassio come residenza estiva tra il 1929 e il 1975. Qui trasse ispirazione per dipingere paesaggi, carrubi (alberi a lui molto cari) e un famoso ritratto di Italo Calvino, assiduo frequentatore della sua villa in collina.

Probabilmente la fama di scrittore e Senatore della Repubblica di Carlo Levi oscura quella che è stata una delle sue più grandi passioni: la pittura. All’aria aperta o nello studio panoramico, l’artista-scrittore amava ritrarre la natura rigogliosa del parco della sua villa in collina ad Alassio. All’inizio degli anni ’30 il linguaggio pittorico di Levi consolida il suo caratteristico stile “inquieto”: un paesaggio apparentemente immobile, una sorta di paradiso terrestre, “giungla giovanile, piena di insetti, animali, bambini, foglie, rami, grilli, sabbia” (così lo descrive nel 1950), nel quale gli eventi della storia, incluse guerre e persecuzioni, le vicende personali, gli amori e la solitudine, sono presenti ma depurati dai loro aspetti contingenti. Oltre duemila tele nell’arco di mezzo secolo ritraggono l’universo alassino con i suoi ulivi, i carrubi, le rocce.

A partire dalla metà degli anni ’60 fino all’ultima estate nel 1974, Carlo Levi dipinge i carrubi di Alassio utilizzando spesso da due a quattro tele sovrapposte, in modo da ottenere rappresentazioni a grandezza naturale, tra le quali poter passeggiare. A queste opere Levi ha dato nomi che spesso richiamano personaggi della mitologia o della letteratura o semplicemente animali.

I quadri esposti nella pinacoteca

I ventidue quadri esposti nella pinacoteca di Palazzo Morteo, concessi in comodato d’uso dalla Fondazione Carlo Levi, sono stati dipinti tutti ad Alassio a eccezione dell’Autoritratto con la pipa: uno sul lungomare Méditerranèe, gli altri in collina, tra cui un famoso ritratto di Italo Calvino, lo scrittore sanremese che ogni anno si recava in visita dall’amico torinese nella Villa Levi. In apposite bacheche è esposta una parte del Fondo storico di Carlo Levi, donato alla città di Alassio da Antonio e Silvia Ricci, tra cui agende, lettere, appunti e bozzetti e il famoso manoscritto del Quaderno a cancelli.

Palazzo Morteo, esempio di architettura ligure barocca

Palazzo Morteo, sede della Pinacoteca Carlo Levi, risale al 1600. Il portale in marmo e il nobile scalone, che danno accesso all’esposizione, sono un pregevole esempio di architettura ligure barocca. Lo stabile fu ereditato nel 1887 dalla Società Agricola di mutuo soccorso di Sola per volere testamentario del conte Luigi Morteo, il quale vincolò il lascito a esclusivo uso per attività culturali.

Biografia di Carlo Levi

  • 1902 Carlo Levi nasce in un’agiata famiglia di origine ebraica della borghesia torinese il 29 novembre 1902. Fin da giovane dedica molto tempo alla pittura, d’arte che coltiverà con passione per tutta la vita raggiungendo importanti successi.
  • 1917 Si iscrive alla facoltà di medicina presso l’Università di Torino e negli anni ’20 collabora alla rivista La Rivoluzione liberale. Viene introdotto nella scuola di Felice Casorati, intorno alla quale gravita l’avanguardia pittorica torinese.
  • 1923 Si laurea in Medicina e rimarrà alla Clinica Medica dell’Università di Torino come assistente fino al 1928, ma non eserciterà la professione di medico, preferendo la pittura e il giornalismo.
  • 1931 Si unisce al movimento antifascista di “Giustizia e libertà”.
  • 1935 Levi si procura il primo arresto e l’anno successivo, dopo un secondo arresto, la condanna al confino nel paese lucano di Grassano e successivamente nel piccolo centro di Aliano. Da questa esperienza nascerà il suo romanzo più famoso, “Cristo si è fermato a Eboli”.
  • 1936 Il regime fascista, sull’onda dell’entusiasmo collettivo per la conquista etiopica, gli concede la grazia, e lo scrittore si trasferisce per alcuni anni in Francia dove continua la sua attività politica.
  • 1945 Levi ottiene la pubblicazione del suo romanzo-denuncia “Cristo si è fermato a Eboli”, la cui risonanza metterà in ombra la sua attività di pittore.
  • 1954 Aderisce al gruppo neorealista e partecipa alla Biennale di Venezia.
  • 1963 Incomincia a svolgere politica attiva. Candidato a un seggio senatoriale, viene eletto per due legislature Senatore della Repubblica.
  • 1975 Muore a Roma il 4 gennaio 1975. La sua salma riposa nel cimitero di Aliano, dove volle essere sepolto per mantenere la promessa di tornare, fatta agli abitanti quando lasciò il paese.

Info e contatti

Via Gramsci - 17021 Alassio IT
Richiedi informazioni

Grazie

Grazie: ti abbiamo inviato una mail per attivare la tua iscrizione e selezionare le tue preferenze se previsto.

Qualcosa è andato storto

Riprova

Chiudi

Credits

Concept, Design, Web:

Kumbe s.r.l.
www.kumbe.it | info@kumbe.it

Foto:

  • Emerson Fortunato
  • Marco Zanardi
  • Mola Mola Dive Team
  • VI Continente Diving Center
  • Giardini di Villa della Pergola
  • Thalasso and Medical SPA Grand Hotel Alassio
  • Golf di Garlenda
  • Mattia Righello
  • Un Mondo di Colori
  • Willie Boehmer
  • Giannicola Marello.

Chiudi

Grazie

La sua richiesta è stata inviata correttamente e le risponderemo al più presto. Una copia dei dati che ci ha fornito è stata inviata al Suo indirizzo email.

Chiudi

Richiedi informazioni


Chiudi

Seleziona date