Gli Inglesi ad Alassio

La storia degli Inglesi ad Alassio è quasi una favola

La favola della nascita del turismo e con esso della ricchezza e dell’eleganza di un umile villaggio di pescatori, isolato da colli e mare rispetto al tessuto cittadino della nazione.
La fine di tale isolamento, e l’avvio della città verso le più alte sfere del turismo internazionale, è segnato dalla costruzione della ferrovia costiera che nel 1872 collegò Londra con Genova. Voluta dal “conquistatore” inglese sir Thomas Hanbury, che proprio in quegli anni è tra i primissimi ad acquistare terre alassine, la ferrovia permette di raggiungere la Baia del Sole, comodamente e senza i pericoli presentati dalle sconnesse strade costiere, ancora non asfaltate, strette e a picco sul mare.
Gradualmente, ma con velocità crescente, le lande poco popolose ed inospitali della Riviera diventano meta della nobiltà e del funzionariato della regina Vittoria. E’ un vero incontro tra culture, costumi e religioni diverse. Un incontro pacifico di reciproco arricchimento. Gli Inglesi aumentano la conoscenza del territorio attraverso studi approfonditi di ogni genere. Gli alassini aiutano la trasformazione della loro città in una accogliente ed ospitale cittadina balneare.
Sono loro che decidono la fortuna nel mondo di una costa che presentava bellezze naturalistiche e climatiche di raro pregio. Tutto colpisce il profondo interesse dei ricchi, colti e raffinati turisti inglesi, i quali ben presto diventano a tutti gli effetti cittadini anglo-alassini.
Vengono prodotti erbari personali, intere gallerie di acquerelli, novelle pittoresche che giungono sino in Sudafrica, studi sui costumi e gli usi degli alassini. Lo svago consiste in gite in barca, passeggiate sulle colline, tennis, bridge, casinò, teatro, pesche di beneficenza, shopping, ritovi nei primi caffè o al British Club.
Alassio news è il quindicinale più letto. Non mancano quindi le occupazioni e gli svaghi alla vita sociale degli inglesi del primo periodo, quello fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Non ultima la libreria inglese, sorta su invito del primo reverendo anglicano, il Rev. John Hayes, che fu anche il primo cappellano inglese ad Alassio. Egli sistemò un grande scaffale fuori dalla porta della “Church-room” affinché gli Inglesi potessero lasciarvi i libri che non desideravano portare con sé in Gran Bretagna.

Dalla Memorial Gallery alla Chiesa Anglicana

Oggi la Memorial Gallery Richard West custodisce il fondo librario inglese più importante in Italia dopo quello di Firenze con i suoi 15.000 volumi.
Con il passare degli anni, dopo il rientro degli Inglesi a fine guerra giungono le prime automobili. Alcuni di loro cominciano a fare “bagni tonificanti di mare”. Nasce il turismo nella forma che conosciamo. Le pecore e le galline, un tempo libere di pascolare sulle spiagge vicino alle barche arenate dei pescatori, lasciano posto alle comitive di bagnanti ed ai bambini che giocano, alle prime cabine ed alle barche a vela con cui gli Inglesi sbarcano alla Gallinara. Sorgono i grandi alberghi come il Mediterranee, il Grand Hotel o l’Hotel Suisse sull’esempio dei “palace” della Costa Azzurra, ma anche alberghi più piccoli e molto raffinati.
Dopo la Grande Guerra, 2000 Inglesi tornano a vivere in città, una vera e propria colonia con importazione di prodotti tipici, usi e costumi.
Nel 1923 Daniel Hanbury fondò l’ “Hanbury Tennis Club” con una storica Club House, inaugurato dal grande tennista Henry Lacoste.
Anche la Chiesa Anglicana fa parte di questa vita alla quale partecipano gli Inglesi di differenti religioni, protestanti, quaccheri, presbiteriani.
Le ville rimaste, come Villa la Pergola, tantissime e bellissime a causa del loro stile eclettico copiato dalle ville dell’aristocrazia inglese attorno a Firenze, hanno per decenni offerto tesori agli alassini, sotto forma soprattutto di opere d’arte.

Il 1936 segna l’anno del declino della presenza inglese ad Alassio. Le sanzioni all’Italia da parte del governo inglese contrario alla guerra in Etiopia ingaggiata da Mussolini, rompono le simpatie iniziali tra gli anglo-alassini e i fascisti. Finita la guerra qualcuno tornerà, ma nel 1948 muore il figlio del padre fondatore della “colonia inglese” ad Alassio, sir Daniel Hanbury. Con lui, finisce la storia della fondazione di Alassio paradiso turistico. Ma ne inizia un’altra, quella della costante crescita economica, turistica e sociale della città, che oggi e non soltanto riscopre e valorizza le sue radici e l’antica presenza di una cultura, quella inglese, da tanti ancora ricordata con gratitudine.